ITALIA-LIBIA, SCAMBI COMMERCIALI E INTERESSI ECONOMICI

Importazioni, esportazioni, investimenti, forniture di petrolio e gas naturale: ecco perché Tripoli rimane per noi importante

Anche se negli ultimi 24 mesi la quota dellinterscambio ha subito una forte contrazione, lItalia si è confermata nel 2014 il principale mercato di riferimento per la Libia, tanto sul piano delle importazioni quanto su quello delle esportazioni.

Roma invia a Tripoli principalmente prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (rappresentano il 54,8% dell’export totale); macchine di impiego generale (4,3 %); apparecchiature dicablaggio (3,4 %); macchine per impieghi speciali (3 %); prodotti di colture permanenti (2,4% ) e frutta e ortaggi lavorati e conservati (2,3 %).

 Più del 90 per cento delle importazioni italiane, invece, è composto da petrolio greggio e gas naturale(rispettivamente il 47,1% e il 44,4%). Un altro 6,7 % comprende i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio; un 1,1% i prodotti della siderurgia; mentre prodotti chimici di base, materie plastiche e gomma sintetica da un lato e metalli di base preziosi e altri non ferrosi e combustibili nucleari dall’altro coprono, rispettivamente, lo 0,3% e lo 0,1% dell’import italiano.

 In altre parole, l’Italia dipende sempre meno dal petrolio libico: un bene, perché la situazione non sembra destinata a migliorare, ma anche un dato negativo sul piano economico, perché ci dobbiamo approvvigionare altrove, con costi di trasporto maggiori.

Secondo i dati diffusi dal Ministero dello Sviluppo Economico, nel periodo che va da gennaio a ottobre 2014 la quota di importazioni italiane dalla Libia ha raggiunto il suo minimo storico, passando dal 27,4% del 2010 a un ben più contenuto 16,4 %. Le importazioni libiche dall’Italia, invece, dopo il crollo registrato a cavallo tra il 2011 e il 2012 sono tornare ai livelli del passato.

Tutte queste oscillazioni hanno come unico responsabile la forte instabilità politica che contraddistingue oggi il paese. Il crollo del 2011 è stata una diretta conseguenza dell’insurrezione contro Gheddafi. I problemi di oggi dipendono dalla sempre maggiore presenza dell’Isis nel paese.

In Libia ci sono gli italiani, scoprire quali sono le aziende che ancora operano in Libia e con quale giro d’affari è difficile, ma secondo i dati dell’Istituto del Commercio Estero e della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale sarebbero circa 130 le presenze italiane nel paese. La comprensibile riservatezza che circonda le informazioni sulla residua presenza italiana fa però supporre che il personale, ancora una volta per motivi di sicurezza, sia stato ridotto all’osso.