ACCORDO TRANSATLANTICO:L’UE ACCELLERA

Rispondendo alle critiche di alcuni e alle preoccupazioni di altri, la Commissione europea ha proposto ieri un sistema giudiziale, e non più extra-giudiziale, con il quale risolvere le dispute commerciali tra investitore privato e autorità pubblica. Il tentativo dell’esecutivo comunitario è di sbloccare il negoziato su un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, mettendo mano a uno dei nodi più controversi.

Da mesi ormai l’accordo transatlantico è fonte di critiche, in particolare perché tra gli aspetti in discussione vi è l’arbitrato come mezzo per risolvere controversie tra una società privata e una autorità pubblica. Molti temono che la mano pubblica abbia il sopravvento o che le grandi imprese private possano avere maggiori possibilità di vittoria rispetto alle piccole società familiari. Inoltre, molti in Europa hanno espresso il timore che la parte americana di una diatriba sarebbe favorita. Bruxelles quindi ha annunciato la nascita di un tribunale, di primo e secondo grado che, come a livello nazionale, sia «trasparente, responsabile e democratico». Un tribunale per ridare fiducia alle decisioni nella diatribe tra investitori privati e autorità pubbliche;  composto da giudici e non arbitri qualificati come i magistrati della Corte internazionale di giustizia e che garantiscano che non vi siano conflitti di interesse. I giudici dovrebbero essere nominati dall’Unione e dal Paese con cui la Commissione firma il trattato.

Per ora Bruxelles non ha ancora discusso dell’idea con Washington. La creazione del tribunale richiede da un punto di vista legale la mera consultazione degli Stati membri e del Parlamento europeo. Esistono oggi corti per risolvere controversie commerciali, ma possono discutere solo diatribe tra Stati, non tra investitori privati e mano pubblica.

Dinanzi alle proteste di molti, l’esecutivo comunitario aveva deciso l’anno scorso di sospendere il negoziato con gli Stati Uniti su questo specifico aspetto. L’obiettivo ora è di rilanciare le discussioni. In un comunicato, il vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans ha definito la proposta «rivoluzionaria». L’iniziativa comunitaria ha però suscitato reazioni divergenti. L’eurodeputato verde francese Yannick Jadot ha usato una espressione colorita: «È una operazione di marketing”. Business Europe ha invece spiegato che la proposta è «un importante passo avanti per rilanciare le trattative», ma l’associazione imprenditoriale ha anche messo l’accento sui limiti introdotti dall’esecutivo comunitario nell’uso del tribunale, tali da renderlo poco efficiente.

La Commissione europea ha infatti precisato che pur di raffreddare la tentazione ai ricorsi contro le politiche nazionali, i trattati di libero scambio specificheranno «il diritto dei governi a regolamentare». Nel contempo, gli investitori potranno ricorrere al tribunale in casi specifici e limitati, per esempio «relativi a discriminazione sessuale, razziale, e ai casi legati alla religione, alla nazionalità, all’esproprio senza indennità, o alla negazione di giustizia».