Il Giappone non è in recessione ma in crescita !

La revisione del Prodotto interno lordo del terzo trimestre ha indicato che le stime preliminari di una contrazione annualizzata dello 0,8% erano clamorosamente errate: il Pil e’ cresciuto a un tasso annualizzato dell’1% (+0,3% sul trimestre precedente), dopo un arretramento rivisto a -0,5% nel secondo trimestre. La lettura migliorativa e’ risultata piu’ favorevole delle attese ed e’ dovuta in particolare all’andamento favorevole degli investimenti di capitale delle imprese (+0,6% rispetto al dato iniziale di -1,3%), le quali hanno anche aggiustato le scorte in modo meno radicale di quanto stimato prima.

La terza economia mondiale e’ dunque tornata su una leggera traiettoria espansiva e l’Abenomics evita quella che sarebbe stata la sua seconda recessione (dopo quella dell’anno scorso, determinata dal calo dei consumi seguito al rialzo dell’Iva dal 5 all’8%). Il trimestre in corso si profila anch’esso in moderata espansione.

Ad ogni modo, il governo e’ intenzionato a confermare l’introduzione di una nuova manovra di stimoli fiscali all’economia, nell’ordine di oltre 3.000 miliardi di yen (circa 25 miliardi di dollari), finalizzata in particolare a sostenere le fasce deboli della popolazione e il settore dell’agricoltura (che subira’ forti pressioni competitive con il futuro decollo della Trans-Pacific Partnership e il conseguenze aumento delle importazioni agroalimentari grazie a dazi piu’ bassi). Del resto, e’ interesse del premier Shinzo Abe attutire la diffusa sensazione che le sue politiche favoriscano soprattutto i ricchi e le grandi imprese (l’anno prossimo si tengono le elezioni per il rinnovo parziale della Camera Alta).

L’aumento oltre le attese degli introiti fiscali consentira’ di finanziare il budget supplementare senza ricorrere all’emissione addizionale di titoli di Stato. Abe spera anche che, nel corso delle tradizionali tornate negoziali di primavera, le imprese alzino i salari dei lavoratori perche’ sia data una spinta ai consumi.