IL LUSSO TRAINA LA MODA MADE IN ITALY

Nei primi sei mesi del 2015 il fatturato delle quotate sale del 13,2 %.

Le aziende italiane della moda e del lusso quotate rappresentano ancora una minoranza, ma molto significativa per il fatturato complessivo e per le indicazioni che il loro andamento può dare, questo si aggiunge ai tanti segnali positivi che stanno arrivando dalla settimana della moda iniziata mercoledì a Milano.

Un piccolo gruppo ma in grado di competere con la forza dei colossi europei.  Carlo Pambianco, fondatore dell’omonima società di consulenza e analisi del settore moda ha analizzato i risultati del primo semestre per un campione di 15 quotate e l’ha confrontato con un analogo campione di aziende del settore in Europa e negli Stati Uniti.

l risultato? Il fatturato delle aziende italiane è aumentato del 13,2%, passando da 9,282 a 10,506 miliardi. È un dato inferiore a quello del campione europeo, dove il fatturato è passato da 49,18 a 57,77 miliardi, in crescita del 17,5%. Ma bisogna tener conto che  a  livello europeo hanno pesato positivamente le performance di giganti come Hermès ed H&M, cresciuti rispettivamente del 20,6% e del 23,1%. Guardando però al campione americano, il cui fatturato è rimasto stabile rispetto al primo semestre 2014 a 29,4 miliardi circa, le aziende italiane e quelle europee mettono a segno un semestre eccezionale.

Per capire le ragioni di queste due velocità occorre osservare i campioni scelti dagli analisti di Pambianco. Quasi tutte le aziende del campione hanno un posizionamento di mercato medio o medio alto e per alcune si può parlare di vero e proprio lusso come ad esempio Ferragamo, Prada, Tod’s . Lo stesso vale per il campione europeo, dove spiccano Hermès ma anche i due più grandi gruppi del lusso al mondo, Lvmh e Kering. Negli Stati Uniti invece le aziende quotate hanno posizionamenti molto diversi e, ad eccezione di Tiffany, sono quasi tutti marchi di casualwear o grandi catene di abbigliamento.

Tornando al campione italiano le prospettive migliori le avranno i marchi di abbigliamento e di scarpe di lusso, che stanno andando ancora meglio delle borse, la cui crescita si sta “normalizzando” rispetto al boom degli scorsi anni. Inoltre nei prossimi mesi e anni potrebbero esserci novità sul fronte del private equity, sempre molto attento alle aziende italiane, e delle quotazioni. In Italia molte aziende dovranno affrontare il passaggio generazionale e la Borsa, come dimostra il caso di Ferragamo, è un ottimo modo per farlo.